Doctor Strange nel Multiverso della Follia – Recensione

Incredibile pensare che sia passato quasi un anno dal mio ultimo articolo sul blog! Quante cose si sono succedute dallo scorso luglio e, nonostante tutto, penso a quanto avrei potuto comunque scrivere: sono innumerevoli, infatti, i (bei) film visti nel frattempo. E tuttavia, fagocitata dagli impegni lavorativi è mancato quel film capace di farmi tornare a scrivere, seppur anche per pochissime righe.

Eccomi qui, quindi. Sulla soglia di una nuova stagione estiva, torno su questo amato spazio per gettare qualche pensiero sul nuovo tassello Marvel, il secondo capitolo stand-alone dedicato al dott. Stephen Strange.

Diretto da Sam Raimi, regista sopraffino dallo spigliato linguaggio personale e immediatamente riconoscibile, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato certamente atteso dai tanti seguaci del sempre più espanso (e forse caotico) Universo Cinematografico Marvel. Riprese le vicende dello Stregone (non più) Supremo dopo Spider-Man: No Way Home, il personaggio nuovamente interpretato da Benedict Cumberbatch questa volta deve affrontare i misteri del famigerato Multiverso: un caleidoscopio di infinite realtà alternative che, se intrecciate, distruggono e si distruggono in un domino impossibile da fermare.

Se è vero che il film è scritto nella lingua dell’MCU, quindi costruito su stilemi ormai noti, è anche vero che questo Doctor Strange 2 è pregno del dialetto del suo regista che torna, per la gioia dei fan, a dirigere un cinecomic dopo la trilogia Spider-Man con protagonista Tobey Maguire. Un film legato al canone, quindi, ma al tempo stesso capace di costruire una propria e tangibile identità visibile in più di una sequenza.

Poster non ufficiale realizzato dall’artista BOSSLOGIC

Il Multiverso della Follia non è naturalmente privo di difetti e probabilmente nessuno si aspetta che un film di questo tipo sia perfetto, ciò nonostante uno degli elementi a plauso è un giusto e coerente minutaggio: la storia si sviluppa in circa 120 minuti evitando così stiramenti narrativi eccessivamente ed inutilmente prolissi. Questo secondo Doctor Strange è un turbine di effetti speciali, coreografici e mistici combattimenti musicati da Danny Elfman, storico collaboratore di Raimi, e il film, sorprendentemente, si rivela essere un primo semi-horror Marvel, con tracce di jumpscare sapientemente sparse al proprio interno.

L’intrattenimento più puro si sposa anche con una sceneggiatura capace di spingersi anche un po’ oltre il mero disimpegnato e che riesce, persino, ad approfondire alcune sfumature umane e psicologiche ancora celate dei due protagonisti assoluti della pellicola: Doctor Strange e Wanda Maximoff aka Scarlet Witch, quest’ultima per la prima volta in tutto il proprio splendore.

In un momento storico in cui si assiste allo svuotamento delle sale cinematografiche, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un ottimo candidato a regalare un po’ di respiro a tutte le realtà fisiche in difficoltà. In definitiva: andate al cinema a vedere questo divertente e riuscito film di genere!

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